sabato, aprile 24, 2010

Decisioni II

Mi trovo a fare i conti con ciò che sono diventata col tempo.
e devo dire che mi piace. tanto.

Sto continuando a pensare a cosa fare a settembre. ho eliminato dalla mia mente la parte che riguarda me e giulio per avere una visione più lucida e matura. diciamo che, dato tutto ciò che abbiamo passato assieme, sento che potremo superare qualsiasi cosa. quindi le mie paturnie riguardo una eventuale partenza non hanno a che fare con lui e con "noi".

Il fatto è che a Vigevano ultimamente mi trovo bene. e non è un fatto scontato.
Ho passato anni a volermene andare, a non trovare una mia dimensione. invece ultimamente non sto mai in casa, ho sempre da fare, da girare. Cacchio! sono davvero presa da milioni di cose... e francamente non mi dispiace.
Un amico mi ha proposto un progetto politico a cui non voglio assolutamente rinunciare. in più ho saputo di una scuola che cerca laureati in lettere. e io lo sono. triennale certo, ma lo sono... e se mi prendessero, farei dei salti veramente alti.

Questo e tante altre cose mi stanno facendo capire che io in realtà non voglio andarmene. non sono come mio fratello e mia madre... sono io.
E capire questa cosa è fondamentale. io vivo per me, vivo di me. e il resto che c'è fuori non può fare altro che arricchirmi.
il bello è che ho pure pensato a non buttare via la voglia che ho di andare a Parigi . potrei andarci per un mesetto finita la laurea. così da poter vedere tutto il louvre come vorrei, così da poter girare da turista per le vie più buie. e prendermi con calma il tempo necessario a carpire la città.
non voglio viverla da studente, ecco. vorrei semplicemente viverla da turista... e sono dannatamente felice a questa idea.

I sogni che si riformano piano piano. parlare parlare parlare, ritrovare la mia condizione, il mio essere ME. e significa anche capire che non sono come tutti gli altri.
Ho 23 anni è vero, però io sono davvero diversa.
Al momento della cessione delle borse di studio martedì erano tutti esaltati. io no. ero tranquilla, aspettavo. quando ho saputo di nanterre, ero felice. però poi mi è arrivata addosso una enorme tristezza. pensavo fosse dovuta alla mia relazione che -finalmente- è approdata a un ottimo livello di serenità, e invece ho scoperto di no. ho capito che è dovuto al fatto che io non voglio.
Non voglio andare là, sbattermi come una pazza per cercare una casa, non voglio finire a studiare cinema di nuovo.
voglio andare a insegnare.
sarà difficile, sarà dura. però me lo sento dentro.
alle volte penso a come sarà la mia prima e la mia ultima lezione a una classe nuova. e a come spiegare Pirandello. Svevo. Come raccontare la Alda. Come infarcire le loro testoline di nozioni non fondamentali, come far loro capire che ciò che studiano li arricchirà davvero, li farà sentire meno soli durante i periodi bui.
Credo di avere trovato la mia strada. Indipendentemente dalla Gelmini -che per chi ancora avesse dei dubbi, io non sopporto proprio- indipendentemente dal fatto che mia madre era insegnante, io voglio diventarlo.
Ho capito qual è il mio sogno più grande.
Si tratta di lottare per averlo mio.

Scrivere l'ho perso per strada. ho capito che non era il mio momento quando non sono riuscita a finire nemmeno un racconto su tre.
certo le idee le ho ancora, e chissà se non finirò quelle pagine prima o poi. per ora però restano lì.
Sono diventata grande. E la sensazione di avere quella prima lezione, di poter insegnare a ragazzi ciò che io amo, mio dio. mi riempie di felicità.

Credo di avere preso una decisione. si tratta di parlarne con i miei e con mio fratello per tranquillizzarli e spiegare.

sì perchè io so che loro mi diranno: "Ecco, non vuoi andare perchè non vuoi crescere". non è così. non voglio andare proprio perchè sono cresciuta.
Perchè non riesco ad essere così egoista da chiedere ai miei tutti quei soldi. io di esperienze mie ne ho fatte a iosa negli anni scorsi... e non mi pare proprio di essere stata con le mani in mano. non ho necessità di fare altre esperienze. ho necessità di essere me. e se essere me -la mia nuova me- significa anche non partire per sei mesi, bhe, lo accetto.

Diciamo che potrei benissimo partire per sei mesi e tornare e fare l'insegnante comunque. però partire per quei sei mesi a me peserebbe tantissimo, soprattutto perchè non potrei continuare a coltivare il mio sogno... non darei esami per quello, e ho la sensazione di sprecare del tempo.

mentre scrivo tutta questa pappardella, il cuore mi sobbalza. mi sento ancora rivoltata come un calzino. mi sento ancora, di nuovo, scagliata, lanciata nella vita. ed è una sensazione meravigliosa: l'avere la percezione che la Vita ti chiama, ti fa incontrare le persone. ti fa amare ciò che hai e capire ciò che sei.
Ed essere ME.

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